domenica 15 febbraio 2015

Philadelphia

In questi giorni ho visto uno dei più bei film mai fatti negli anni ’90: Philadelphia.
Grandissimo il cast con Tom Hanks, Antonio Banderas e Denzel Washington; ed ancora più grandi le musiche di Bruce Springsteen che sono fantastiche, non ha caso ha vinto l’oscar.
Philadelphia è film drammatico che parla di due temi taboo degli anni ’80 e ’90: omossessualità e AIDS.
Due tematiche spinose, soprattutto quella dell’AIDS.
Mi ricordo che gli anni ’80 furono anni tremendi dove si palpava in Italia il concetto di droga, eroina in particolare.
Lo stato fece una pubblicità progresso sull’argomento che è entrata nella cultura pop della mia generazione e non solo.
Il motto era: se la conosci la eviti, se non la conosci ti uccide.
La pubblicità si caratterizzava per la musica molto particolare; per il bianco e nero delle immagini tranne un alone viola intorno alle persone infette.
Una cosa analoga l’ho rivista anni dopo nel film Schindler list nella figura della bambina dal cappotto rosso che rappresentava calvario degli ebrei.
Immagini crude, quelle della pubblicità, che non so quanto siano state utili per debellare questa piaga.
Perché forse hanno fatto di più le morti che questa malattia si è portata dietro.
Mi ricordo che da piccolo vicino alle scuole della mia città; nelle vie chiuse; nei giardinetti era comune vedere una miriadi di siringhe usate.
Erano veramente tantissime.
Tutte poi porche di sangue e spesso con l’ago ancora integro.
Mi ricordo una scena del film “champagne in paradiso” dove durante una canzone di Albano delle immagini facevano vedere dei bambini che marciavano sulle siringhe piantate nel terreno dei giardinetti.
Un’immagine di rimpossesso di quello che era loro.
Un altro richiamo è stato fatto poi dal film Joan Lui di Cementano dove si vedono dei tossicodipendenti che si bucano.
Non mi potrò mai scordare del cartone contro la droga che vedeva fra i vari protagonisti Alf e le tartarughe ninja.
E poi grande la scena di ironica che si rifà alla pubblicità di prima nel film Anni ’90 dove uno dei protagonisti, l’attore che interpretava Natale nel film Mary per Sempre, quando gli viene fatto presente che potrebbe avere l’AIDS dice che non ce l’ha perché non si sente un alone rosa addosso.
Se ne è parlato tanto per poi di colpo finire.
Non so se è per il fatto che la mia generazione invece di “bucarsi” ha preferito tornare alla brava canna e all’extasi o perché, come ho scritto prima, chi ne faceva così largo uso è morto; oppure perché, come dicono i complottasti, chi voleva mettere in giro questo male si è arricchito a sufficienza e ha lasciato collassare il tutto.
Di sicuro questo film ha trattato un tema veramente spinoso rompendo un taboo e facendo vedere HIV per quello che è: una malattia che può colpire tutti, anche non i drogati.
Secondo me non sbaglio a dire che fu la peste degli anni ’80 e ’90.
Inoltre poi è interessante vedere come è trattato il tema della omosessualità negli anni ‘90.
Ho trovato emblematiche tre scene in particolari.
La prima è quando l’avvocato viene rimorchiato da un omossessuale in farmacia perché difendendo un gay aveva dato l’impressione di essere di quelle tendenze sessuali, e la sua reazione.
Il secondo è quando l’avvocato chiede ad un testimone se è omosessuale spiegando che tutti in segreto se lo stanno chiedendo.
Terzo quando il giudice gli ricorda che nelle aule di tribunale tutti sono uguali e l’’avvocato a sua volta gli ricorda che fuori dall’aula non esiste questa regola.
Un film che consiglio vivamente in quanto è uno dei capolavori del cinema mondiale.



Voto film: 9,5



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