Non so come mai succede ma esistono in Italia film che non
vengono trasmessi in tv nonostante siano di “recente” produzione.
Mery per sempre è uno di questi.
Un film del ’89 di carattere sociale e drammatico che parla
della storia di alcuni ragazzi di vita palermitani rinchiusi nel carcere
minorile del Malaspina.
Una pellicola parlucchiata in dialetto siciliano, ma
comprensibilissima, con protagonisti Michele Placido e Claudio Amendola… quest’utimo
non proprio siciliano doc.
Interpretato da attori di strada, questo prodotto è spesso
identificato come l’inizio del nuovo
realismo italiano.
Un’ opera cinematografica bella e intensa che parla di una
realtà scottante quale quella palermitana dove lo Stato è in pratica assente e
ognuno fa quello che può.
Un film che parla di mafia senza addentrarsi nello specifico
in quanto nessuno dei ragazzi coinvolti è espressamente mafioso.
Solo uno si può dire che lo è in quanto vendica la morte del
padre, aguato mafioso, uccidendo i killer.
Vedendo questo prodotto si fa uno spaccato, forse romanzato
non so quanto perché non conosco quella realtà, di un terreno fertile in cui la
malavita semina e raccoglie.
Case casermone, giovani senza istruzione, che rimangono in
cinta facilmente, la mancanza di strutture sociali e prospettive di lavoro sul
territorio sono le fondamenta solide perché le realtà criminali prendono piede.
Facendo un parallelismo con la serie Gomorra, che
ultimamente hanno trasmesso su rai 3, i problemi della Napoli di oggi sono gli
stessi della Palermo del ’89.
La figura di Pietro Giancona lo dice quando spiega al
professore che lui è “sangue malato” incurabile in quanto si è trovato sin da
piccolo a vivere in carcere con la madre prostituta e senza andare a scuola.
Non una forma di vittimismo ma di consapevolezza.
Consapevolezza e normalità che si vede poi all’inizio quando
un ragazzo di 10/12 anni va da una prostituta per fare “amore mercenario”.
Un film che è ancora attuale anche se i tempi cambiano.
Di certo non danno più al cinema i film di Nino D’angelo al
pomeriggio con la sala mezza piena; e nessuno ruba un suo disco, che peraltro
ho in casa, per regalarlo alla propria ragazza ma se ancora ci sono ragazzi che
finiscono in galera per furto, prostituzione, omicidio vuol dire che poco è
cambiato.
Soprattutto quando passano alla cronaca le violenze dello
Stato frustrato dalla sua impotenza.
...Vedendo meglio la locandina noto che al centro l'attore che interpreta Mary, l'omosessuale che si prostituisce convinto fermamente di essere donna, è l'unico ad essere doppiamente dietro alle sbarre.
Vuol dire qualcosa?
Una casualità?
Chissà?...
Mery per sempre: 8
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