mercoledì 4 marzo 2015

Mery per sempre

Non so come mai succede ma esistono in Italia film che non vengono trasmessi in tv nonostante siano di “recente” produzione.
Mery per sempre è uno di questi.
Un film del ’89 di carattere sociale e drammatico che parla della storia di alcuni ragazzi di vita palermitani rinchiusi nel carcere minorile del Malaspina.
Una pellicola parlucchiata in dialetto siciliano, ma comprensibilissima, con protagonisti Michele Placido e Claudio Amendola… quest’utimo non proprio siciliano doc.
Interpretato da attori di strada, questo prodotto è spesso identificato  come l’inizio del nuovo realismo italiano.
Un’ opera cinematografica bella e intensa che parla di una realtà scottante quale quella palermitana dove lo Stato è in pratica assente e ognuno fa quello che può.
Un film che parla di mafia senza addentrarsi nello specifico in quanto nessuno dei ragazzi coinvolti è espressamente mafioso.
Solo uno si può dire che lo è in quanto vendica la morte del padre, aguato mafioso, uccidendo i killer.
Vedendo questo prodotto si fa uno spaccato, forse romanzato non so quanto perché non conosco quella realtà, di un terreno fertile in cui la malavita semina e raccoglie.
Case casermone, giovani senza istruzione, che rimangono in cinta facilmente, la mancanza di strutture sociali e prospettive di lavoro sul territorio sono le fondamenta solide perché le realtà criminali prendono piede.
Facendo un parallelismo con la serie Gomorra, che ultimamente hanno trasmesso su rai 3, i problemi della Napoli di oggi sono gli stessi della Palermo del ’89.
La figura di Pietro Giancona lo dice quando spiega al professore che lui è “sangue malato” incurabile in quanto si è trovato sin da piccolo a vivere in carcere con la madre prostituta e senza andare a scuola.
Non una forma di vittimismo ma di consapevolezza.
Consapevolezza e normalità che si vede poi all’inizio quando un ragazzo di 10/12 anni va da una prostituta per fare “amore mercenario”.
Un film che è ancora attuale anche se i tempi cambiano.
Di certo non danno più al cinema i film di Nino D’angelo al pomeriggio con la sala mezza piena; e nessuno ruba un suo disco, che peraltro ho in casa, per regalarlo alla propria ragazza ma se ancora ci sono ragazzi che finiscono in galera per furto, prostituzione, omicidio vuol dire che poco è cambiato.
Soprattutto quando passano alla cronaca le violenze dello Stato frustrato dalla sua impotenza.
...Vedendo meglio la locandina noto che al centro l'attore che interpreta Mary, l'omosessuale che si prostituisce convinto fermamente di essere donna, è l'unico ad essere doppiamente dietro alle sbarre.
Vuol dire qualcosa? 
Una casualità?
Chissà?...

Mery per sempre: 8


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