Ieri per la seconda volta (almeno lo è per me) nel 2015
hanno dato su Italia 2 il film Dreed – la legge sono io con Silvester Stallone.
Un film fantascientifico tratto dal un fumetto (giudice Dreed)
che non conosco.
Vedendo il film si intuisce che l’idea di fondo del fumetto
non è male: un gruppo di giustizieri statali che comandano incondizionatamente
e “sopra la legge” (perché solo la legge) in una mega città simile New York,
grandissima e con milioni di abitanti.
Il film non è altro che la classica pellicola tagliata
apposta su Slay che assomiglia a Domolition man (che spesso confondo).
Un film godibile che però non ha quel qualcosa in più che da
scorza al personaggio.
In fondo è facile superare il limite fra giusto e sbagliato
quando ci si crede nel giusto… ma quando si è sempre nel giusto ecco che
sparisce questo limite ed ecco la follia della normalità.
Invece in questo film non c’è.
Si parla della clonazione umana che non è giusta.
Si parla di qualche errore giudiziario.
Si parla di una città alla deriva e della follia dei
potenti.
Insomma si parla di questo ma il personaggio è dipinto come
un umano sensibile che non sbaglia mai.
Ho deciso quindi, dopo l’ennesima volta che vedevo questo
film, di andare su wikipedia per scoprire chi è Dreed veramente.
Il giudice Dreed è un “fascista” e genocida che non ha
rimpianti in quel che fa e da ottuso convinto di aver ragione non cambia mai
posizione.
Insomma una figura che rappresenta l’idiozia della polizia
quando questa ha troppo potere.
In fondo è comprensibile che sia così visto che è un fumetto
di satira sociale.
Inoltre può essere interessante da leggere visto che ha la
caratteristica di invecchiare col lettore e quindi di evolversi come uomo e
personaggio con chi lo legge da anni.
Ogni anno mio è un anno suo.
Una cosa belle per chi è stanco di leggere l’eterno giovane
Tex che viaggia per mesi nella prateria texana a risolvere casi invecchiando
relativamente ma vivendo più di 600 numeri di avventure (con speciali a gogo);
o Dylan Dog che si bomba l’impossibile ogni volta al mese senza essere Rocco
Siffredi e senza patirne.
Quante avventure può aver avuto un ranger nella propria
carriera nel selvaggio west se ha lavorato per 30 anni?
Quante donne si può fare un uomo nella propria vita
lavorativa senza essere un pornoattore?
Sicuramente tante ma in questo tempo si perdono i capelli o
diventano bianchi.
Invece a loro, più a Dylan Dog, tutto resta così.
Almeno Natan Never ha già i capelli bianchi e questi
problemi di sembrare vecchio non ce li ha.
Comunque tornando al film lo trovo carino nell’insieme ma si
poteva rischiare di più.
Sicuramente con Stallone nel cast un eventuale flop non
sarebbe stato una Caporetto.
Voto al film 6,5
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