domenica 28 dicembre 2014

Nuovo cinema Paradiso

Questo film è una poesia che il cinema fa al cinema.
Un racconto che ha raccontato un tempo che meritava di essere raccontato.
Questa pellicola andrebbe fatta vedere nelle scuole perché un giovane d’oggi non può non conoscerla.
Il film che non riassume solo la vita di un cinema ma dell’Italia del cinema partendo da quello oratoriale che riuniva il quartiere proiettando le pellicole di quarta visione tanto d’avere i posti a sedere; rivivendo a larghe linee la strage del cinema Statuto a Torino quando la pellicola prese fuoco; passando tutti davanti alla tv per vedere lascia e raddoppia; concludendosi con la fine che hanno fatto molti film di periferia diventando cinema hard e poi chiudendo i battenti.
In merito vorrei citare il cinema Minion a Ferrara che dalle premier di Pisolini oggi trasmette film hard in pellicola e non con un microcosmo di personaggi paragonabile a quelli che frequentavano il Paradiso.
Un Paradiso dove si trova chi va lì per dormire, la prostituta che fa le marchette in bagno, il mafioso morto ammazzato durante un film poliziesco, la maschera disabile, i bambini che fanno scherzi,chi sputa dalla platea, chi entra e saluta tutti, chi con un 12 cambia la propria vita…
Un microcosmo che è quello del paese e di un’età che ormai non c’è più ma che man mano si ripospetta, in maniera più misera, in questa Italia del dire e del fare.
Come quella del baffone costretto ad emigrare in Germania  perché discriminato in quanto comunista.
Un film a cui non si può dare un voto e non si può non consigliare di vedere e rivedere perché non stanca di essere visto.
Forse, se si cerca una pecca in questo capolavoro, la si trova nel finale con Salvatore adulto troppo noioso e retorico.
Di un personaggio in cerca di se stesso che prova con un colpo di straccio a mettere a posto gli errori di una vita, perché anche per essere i meglio si sbaglia.


Nessun commento:

Posta un commento